Progetto serie tv di Fabio Bussotti e Stefano Gabrini
ispirato ai romanzi di Fabio Bussotti.
Nell’ottobre del 2008 esce nelle librerie italiane L’invidia di Velázquez (Sironi editore), spy story tradotta anche in Russia e Spagna e che vede come protagonista Flavio Bertone, commissario capo dell’Esquilino. Nel marzo del 2012 il commissario torna nelle librerie con Il cameriere di Borges (Perdisa Pop). Nel 2014 L’invidia di Velázquez esce in Spagna per Algaida Editores. Il 2015 è l’anno di Le lacrime di Borromini (Mincione Edizioni) e con la stessa casa editrice escono Al cuore di Beckett (2016), una nuova edizione de Il cameriere di Borges (2017), El Mayordomo de Borges (2017), San Francesco a Central Park (2018) e L’amico di Keats (2019).
Ecco, brevemente, alcune recensioni:
Finalmente un giallo -o spy story, come è scritto sulla quarta di copertina- che ci dà una mappa esatta, minuziosa di luoghi urbani. Sono personalmente grato a Fabio Bussotti perché il suo L’invidia di Velázquez (Sironi) ricostruisce un’epica dei quartieri romani dove abito e che frequento … (Filippo La Porta su Left).
Bertone sfida allora i suoi superiori. Incoraggiato dai fumi d’un vinello bianco e beverino lascia la pista passionale e affronta quella accademica. Scopre così che Natoli studiava da anni, con passione morbosa, “Las Meninas”. Le sue teorie l’avevano condotto a conclusioni molto pericolose. C’è di mezzo una cripta, nel sottosuolo di Siviglia. Così in Spagna, nel mentre scopre trame occulte, Bertone incontrerà la felicità e i fianchi d’una quarantenne da capogiro. (Antonio De Benedetti sul Corriere della Sera).
Fabio Bussotti ha scritto un romanzo affascinante e labirintico, pieno di burle, di sedicenti commissari, di scambi di persona, di false notizie e false piste, un romanzo che è omaggio a Borges, al tango, a Piazza Vittorio… (Filippo La Porta su Left).
…l’autista e il maggiordomo possono diventare protagonisti: vedi il recente, godibilissimo giallo Il Cameriere di Borges di Fabio Bussotti (Beppe Sebaste sul Venerdì di Repubblica).
Una storia avvincente e avventurosa. Potrebbe essere un film, ricco di azione e umanità. Liliana Cavani
Un noir molto alla francese anche se il punto di partenza della storia è a Roma, quartiere Esquilino. L’autore gestisce con abilità e suspence una trama che si snoda tra l’Italia e l’Argentina e che sfiora personaggi come il Che e, naturalmente, Borges. (Alessandra Rota su La Repubblica).
Aspettatevi pure tutto quello che desiderate da una storia che vi metta a tu per tu con il puro svago, lontano da citazioni, ricercatezze e finezze letterarie. (Isabella Pascucci su Leggo).
Progetto per film e/o serie Tv
Le avventure del commissario Flavio Bertone hanno inizio all’Esquilino, quartiere multietnico della Capitale in cui convivono comunità provenienti da diverse parti del mondo. Anche il delitto, come il quartiere, appare subito complesso, ramificato e con sorprendenti legami con opere d’arte, pittori famosi, poeti, scrittori o grandi architetti. L’intreccio poliziesco si moltiplica, come se lo guardassimo attraverso un caleidoscopio. Flavio Bertone, un cinquantenne molisano di origine contadina, è chiamato a mettere un po’ d’ordine, ben sapendo che ogni scorciatoia nasconde una trappola.
C’è sempre un momento, in ogni avventura, in cui la situazione sembra disperata, irrimediabile. E proprio in quel momento, il commissario trova dentro di sé quella miscela di coraggio e d’incoscienza che gli farà risolvere il mistero.
Ogni avventura nasce all’Esquilino. Ma la soluzione del mistero non è quasi mai dentro le mura del Rione.
Ne L’invidia di Velázquez, Bertone indaga sull’omicidio di un professore d’Estetica. Sembrerebbe un delitto passionale, ma l’ostinato molisano, diffidando delle apparenze, vola a Madrid e scopre che la soluzione del caso è legata all’interpretazione di un famoso quadro di Velázquez, Las Meninas, esposto al museo del Prado.
Ne Il cameriere di Borges, si assiste alla scomparsa di un anziano e mite signore di origine argentina. Il commissario dovrà volare fino a Buenos Aires per scoprire che il mite signore aveva avuto un passato tutt’altro che mite e che non era affatto quello che diceva di essere.
Ne Le lacrime di BorrominiBertone indaga sulla morte di un professore in pensione e di un assicuratore, entrambi trafitti da un ago conficcato nel cervello. Anche per la soluzione di questo caso, Bertone dovrà lasciare l’Esquilino e avventurarsi nei vicoli della Città Vecchia di Gerusalemme.
In Al cuore di Beckett le indagini su un serial killer che uccide i poveri senza tetto nei dintorni di piazza Vittorio, condurranno il commissario a Parigi fra le tombe del cimitero di Montparnasse.
In San Francesco a Central Park, per risolvere un duplice mistero (il suicidio di un vecchio e la scomparsa di un frate), il commissario Flavio Bertone volerà a New York e poi in Connecticut.
Ne L’amico di Keats, il commissario Bertone vola a Londra per scoprire chi ha ucciso un ragazzo di diciassette anni, appassionato di Keats e colpevole di aver filmato un covo di narcotrafficanti.
Il commissario Flavio Bertone
Alla questura di Roma non si fa altro che parlare di come sia stato mollato dalla moglie che – dicono – ha perso la testa per un avvocato di Catania. I colleghi spettegolano, non comprendendo la sua apparente rassegnazione, la sua composta malinconia. Ormai, Flavio Bertone vive da solo, con i suoi sensi di colpa e le sue bottiglie di rum scadente. A ribaltargli la vita ci pensa Mafalda Moraes, una focosa professoressa di storia dell’Arte. Flavio e Mafalda s’incontrano a Madrid. Iniziano una relazione frastagliata: fiammeggianti notti d’amore e bruschi addii. E mentre assistiamo al ritorno dell’ex moglie, desiderosa di rimettere insieme i pezzi di una storia che per lunghi tratti era stata felice, spunta, a sorpresa, Rosa Cianci, infermiera dell’ospedale San Giovanni: una donna tranquilla, rotonda e che non si preoccupa di piacere. Flavio Bertone sente crescere per lei una sincera amicizia destinata a trasformarsi, forse, in amore.
Ma chi è veramente Flavio Bertone?
Cinquantenne, nato in un paesino a pochi chilometri da Teramo, il commissario capo dell’Esquilino ha ereditato dalla sua origine contadina l’umiltà con la quale affronta casi impossibili per i quali non esiste una spiegazione razionale e dove perdersi è la regola. Flavio accetta il gioco. Si perde nella selva oscura dei punti interrogativi, in attesa paziente di scorgere una fiammella che indichi il cammino. I suoi superiori, totalmente privi di pazienza, non comprendono il suo ciondolare intorno al caso, la sua diffidenza verso i risultati della Polizia Scientifica, e la sua ostinazione a soffermarsi su dettagli che i più giudicano irrilevanti. A sbarrargli la strada, poi, ci si mette quasi sempre il questore Alvaro Mostocotto, ex compagno di studi di Flavio Bertone e da sempre segretamente innamorato di Giuliana.
I suoi più fedeli aiutanti, i suoi due scudieri, sono gli ispettori Antonio Pizzo e Ciccio Cacace. Estremamente diversi tra loro, il primo è efficiente, leale e con un naso molto espressivo; il secondo è casinista, bonaccione e dalle idee molto meno lucide del suo cranio. La vice commissaria Paola Borgonovo è spesso stizzosa e poco conciliante. Non approva i metodi di Bertone e lo dice senza mezzi termini. Si capisce benissimo, però, che sotto sotto è innamorata di lui.
Il talento di Flavio Bertone risiede nella sua capacità di mettersi nei guai, nell’amore come nei casi polizieschi. Messo di fronte al pericolo, però, non si tira indietro. È passionale, non fa calcoli. A volte può sembrare infantile, ingenuo. Di sicuro è incosciente quando si lancia contro un nemico troppo forte. Ostinato nel fidarsi del suo intuito, riesce a smascherare il colpevole, pagando, quasi sempre, un prezzo umano troppo alto.
Sinossi dei romanzi
L’invidia di Velázquez
Una scia di omicidi tra Roma e Siviglia. Una spy story in cui l’arte si intreccia all’ambizione, il noto all’ignoto, l’invidia all’amore.
«Alzò la mano incrostata di sangue e terra. Non sperava più che qualcuno giungesse a salvarlo. La mano si era alzata da sola, di sua iniziativa, semplicemente perché la vita ha sempre più risorse della volontà.»
Nel 1656, il grande pittore Diego De Silva Velázquez dipinge Las Meninas, la sua opera più originale e misteriosa.
A tre secoli di distanza, nel 1956, Pablo Picasso e l’antiquario Aronne Schilton, grazie a una geniale intuizione, vengono a capo di un enigma che l’artista aveva dissimulato all’interno del celebre quadro.
La loro non è una impresa intellettuale né una ricerca da tavolino: infatti i due passano all’azione, mettendo in moto una catena di eventi inaspettata.
Alcuni di questi eventi vengono alla luce cinquant’anni dopo, a Roma, quando il commissario Flavio Bertone comincia a indagare sull’omicidio di un illustre studioso di Estetica, trovato ucciso nel suo appartamento.
Il commissario è uno che non si accontenta delle apparenze: spinto dalla sua ostinazione, indirizza l’indagine verso persone, luoghi e fatti che i suoi poco acuti superiori giudicano, però, non pertinenti.
Seguendo una pista fino in Spagna, Bertone diventa così, suo malgrado, un uomo solo alle prese con un mistero più grande di lui, dietro al quale si nasconde un potere dalla tradizione secolare, ma ormai segreto e dimenticato.
Intorno al commissario stanno amici e nemici, presenti e passati: un’affascinante funzionaria delle Belle Arti spagnole, il fedele ispettore Pizzo, un paio di accademici, lo stesso Velázquez, un inedito Picasso e un arduo Foucault, che parla dalle pagine dei suoi saggi.
Ma gli omicidi continuano – nessun delitto è abbastanza atroce per chi è consumato dal peccato dell’invidia – e non è detto che alla fi ne siano i buoni a vincere…
Il Cameriere di Borges
«La maggior parte delle voci su di me sono false, create da me o dai miei amici della Cia al solo scopo di non farmi trovare. Sarò stato anche un ladro, ma non come dicono i rapporti dei servizi segreti. Sono estraneo ai colpi colossali che mi vengono attribuiti. Però sono stato amico di Che Guevara e di Salvador Allende. Ed è anche vero che per due anni sono stato cameriere di Borges»
Chi è Evaristo Torriani? Perché il suo nome sembra rimbalzare per decenni tra Europa e Sudamerica nei contesti più diversi? Amico di Che Guevara, agente dei servizi segreti, ma anche cameriere personale del grande scrittore Jorge Luis Borges: è possibile che proprio quest’uomo, ormai anziano e con un altro nome, sia il vicino di casa del commissario Flavio Bertone? Fatto sta che è sparito e, poco dopo, sparisce anche la misteriosa busta che il vecchio aveva chiesto al commissario di custodire. Quando poi, viaggiando da Roma a Buenos Aires, Bertone scopre che i servizi segreti stanno ancora cercando Torriani, tutto si complica, perché in quella busta potrebbe esserci un documento molto compromettente: i nomi dei veri genitori degli orfani del regime di Videla. E se invece ci fosse un inedito di Borges?
Finalista al Premio Alziator 2012
Le lacrime di Borromini
Un professore di liceo in pensione e un assicuratore vengono assassinati con un ago conficcato nel cervello. Il commissario vorrebbe occuparsi del duplice omicidio, ma i servizi segreti gli tolgono il caso. Perché? Bertone, ostinato e molisano, decide di non mollare.
Così inizia il thriller che ruota intorno a un segreto custodito all’interno di San Giovanni in Laterano. Bertone, dopo innumerevoli vicissitudini che lo porteranno anche a Betlemme e a Gerusalemme, verrà a capo dei delitti e scoprirà anche cosa nasconde il ciborio a baldacchino della Basilica romana.
Nel 1648, anche il grande architetto Francesco Borromini, disubbidendo a Papa Innocenzo X, era riuscito a dare un’occhiata all’interno del ciborio. Pagò con la vita quell’eccesso di curiosità.
Al cuore di Beckett
In una calda estate romana un serial killer sferra pugnalate al cuore. Le vittime sono emarginati, barboni, ciechi, persone infelici e rassegnate come certi personaggi di Beckett. L’assassino sembra non avere un vero movente se non il gusto di guardare negli occhi la morte. Il commissario Flavio Bertone capisce che si tratta di qualcuno molto vicino a lui, così vicino da sentirne il respiro. Al cuore di Beckett è il quarto romanzo della serie del commissario Bertone, dopo L’invidia di Velázquez (Sironi 2008), Il cameriere di Borges (Perdisa Pop 2012), Le lacrime di Borromini (Mincione Edizioni 2015).
San Francesco a Central Park
Che relazione c’è tra un vecchio che si suicida gettandosi dal terrazzo di un condominio e un frate che esce di mattina dal suo convento e scompare nel nulla? Apparentemente, nessuna. I due non si conoscevano e molto diverse erano state le loro vite. Per risolvere il duplice mistero, il commissario Flavio Bertone volerà a New York e poi in Connecticut. Incontrerà uomini della CIA e sedicenti agenti segreti messicani. Tornerà a Roma con un occhio pesto e pieno di sensi di colpa. Alla fine, scoprirà che c’è un nesso tra il vecchio suicida e il frate scomparso, anche se non è di questo mondo. La Verità si nasconde in un celebre quadro di Giovanni Bellini. Quinto romanzo della serie del commissario Flavio Bertone.
L’amico di Keats
Una sera di febbraio del 1821 muore a Roma, tra le braccia dell’amico Severn, il poeta John Keats. Sempre a Roma, una mattina di settembre del 2018, muore, travolto da un tram, un ragazzo di 17 anni che conosceva il segreto che Keats aveva svelato a Severn poco prima di morire.
Il commissario Bertone si lascia coinvolgere in una storia di forti passioni, di segreti inconfessabili, di poesie d’amore senza tempo e di spietati boss del narcotraffico che, grazie alla protezione di funzionari corrotti, scorrazzano indisturbati per tutta Europa.
Alcune note sull’autore dei romanzi.
Fabio Bussotti è nato a Trevi nel 1963. Attore e scrittore, si è diplomato alla Bottega Teatrale di Firenze. In teatro ha affiancato, tra gli altri, Giorgio Albertazzi, Adolfo Celi, Beppe Navello, Ermanno Olmi, Vittorio e Alessandro Gassman. Per il cinema ha lavorato con Federico Fellini (L’intervista, 1987), Liliana Cavani (Francesco, 1989) (premio Nastro D’argento come migliore attore non protagonista), Francesca Archibugi (Verso sera, 1990), Mario Monicelli (Come Quando Fuori Piove, 2000). Ha inoltre recitato in numerose fiction televisive. Egli stesso drammaturgo, è autore di numerosi testi portati in scena dal 1991 a oggi. Come romanziere ha esordito nel 2008 con L’invidia di Velázquez (Sironi).
Fabio Bussotti Via Santa Croce in Gerusalemme,67 00185 Roma 338 5692640
www.fabiobussotti.it fabio.bussotti.fb@gmail.com stefanogabrini@gmail.com