Il 3 novembre 2021 esce il settimo romanzo della serie del commissario Bertone.
Roma, lunedì 7 settembre 2020. La cameriera di notte Nora Rednic viene strangolata nella stanza 684 dell’albergo Massimo D’Azeglio. Il commissario Flavio Bertone, osservando attentamente il cadavere sul letto, pensa che la bella ragazza di origini rumene si sia lasciata uccidere senza opporre resistenza…
Il lenzuolo ancora intatto, le scarpe appaiate davanti alla poltrona, le tende alla finestra, la canottiera rosa, tutto gli ricorda il quadro di Hopper Stanza d’Albergo…
Progetto serie tv di Fabio
Bussotti e Stefano Gabrini
ispirato ai romanzi di Fabio
Bussotti.
Nell’ottobre del 2008 esce nelle librerie italiane L’invidia di Velázquez (Sironi editore),
spy story tradotta anche in Russia e Spagna e che vede come protagonista Flavio
Bertone, commissario capo dell’Esquilino. Nel marzo del 2012 il commissario
torna nelle librerie con Il cameriere
di Borges (Perdisa Pop). Nel 2014 L’invidia di Velázquez esce
in Spagna per Algaida Editores. Il 2015 è l’anno di Le lacrime di
Borromini
(Mincione Edizioni) e con la stessa casa editrice escono Al cuore di Beckett (2016), una nuova edizione de Il cameriere di Borges (2017), El Mayordomo de Borges
(2017), San Francesco a Central Park (2018) e L’amico
di Keats (2019).
Ecco, brevemente, alcune recensioni:
Finalmente un giallo -o spy story, come è scritto sulla quarta di copertina- che ci dà una
mappa esatta, minuziosa di luoghi urbani. Sono personalmente grato a Fabio
Bussotti perché il suo L’invidia
di Velázquez (Sironi) ricostruisce un’epica dei quartieri
romani dove abito e che frequento … (Filippo
La Porta su Left).
Bertone sfida allora i suoi
superiori. Incoraggiato dai fumi d’un vinello bianco e beverino lascia la pista
passionale e affronta quella accademica. Scopre così che Natoli studiava da
anni, con passione morbosa, “Las Meninas”. Le sue teorie l’avevano
condotto a conclusioni molto pericolose. C’è di mezzo una cripta, nel
sottosuolo di Siviglia. Così in Spagna, nel mentre scopre trame occulte,
Bertone incontrerà la felicità e i fianchi d’una quarantenne da capogiro. (Antonio De Benedetti sul Corriere della
Sera).
Fabio Bussotti ha scritto un
romanzo affascinante e labirintico, pieno di burle, di sedicenti commissari, di
scambi di persona, di false notizie e false piste, un romanzo che è omaggio a
Borges, al tango, a Piazza Vittorio… (Filippo
La Porta su Left).
…l’autista e il maggiordomo
possono diventare protagonisti: vedi il recente, godibilissimo giallo Il
Cameriere di Borges di Fabio Bussotti (Beppe
Sebaste sul Venerdì di Repubblica).
Una storia avvincente e
avventurosa. Potrebbe essere un film, ricco di azione e umanità. Liliana Cavani
Un noir molto alla francese
anche se il punto di partenza della storia è a Roma, quartiere Esquilino.
L’autore gestisce con abilità e suspence una trama che si snoda tra l’Italia e
l’Argentina e che sfiora personaggi come il Che e, naturalmente, Borges. (Alessandra Rota su La Repubblica).
Aspettatevi pure tutto quello che desiderate da una
storia che vi metta a tu per tu con il puro svago, lontano da citazioni,
ricercatezze e finezze letterarie. (Isabella
Pascucci su Leggo).
Progetto per film e/o serie Tv
Le avventure del commissario Flavio Bertone hanno
inizio all’Esquilino, quartiere multietnico della Capitale in cui convivono
comunità provenienti da diverse parti del mondo. Anche il delitto, come il
quartiere, appare subito complesso, ramificato e con sorprendenti legami con opere
d’arte, pittori famosi, poeti, scrittori o grandi architetti. L’intreccio poliziesco si
moltiplica, come se lo guardassimo attraverso un caleidoscopio. Flavio
Bertone, un
cinquantenne molisano di origine contadina, è chiamato a mettere un po’
d’ordine, ben sapendo che ogni scorciatoia nasconde una trappola.
C’è sempre un momento, in ogni avventura, in cui la
situazione sembra disperata, irrimediabile. E proprio in quel momento, il commissario
trova dentro di
sé quella miscela di coraggio e d’incoscienza che gli farà risolvere il
mistero.
Ogni avventura nasce all’Esquilino. Ma la soluzione
del mistero non è quasi mai dentro le mura del Rione.
Ne L’invidia di Velázquez,
Bertone indaga sull’omicidio di un professore d’Estetica. Sembrerebbe un
delitto passionale, ma l’ostinato molisano, diffidando delle apparenze, vola a Madrid e scopre che la soluzione del
caso è legata all’interpretazione di un famoso quadro di Velázquez, Las Meninas, esposto al museo del Prado.
Ne Il cameriere di Borges, si
assiste alla scomparsa di un anziano e mite signore di origine argentina. Il
commissario dovrà volare fino a Buenos
Aires per scoprire che il mite signore aveva avuto un passato tutt’altro
che mite e che non era affatto quello che diceva di essere.
Ne Le lacrime di BorrominiBertone indaga sulla morte di un
professore in pensione e di un assicuratore, entrambi trafitti da un ago
conficcato nel cervello. Anche per la soluzione di questo caso, Bertone dovrà
lasciare l’Esquilino e avventurarsi nei vicoli della Città Vecchia di Gerusalemme.
In Al cuore di Beckettle indagini su un serial killer che uccide i poveri senza tetto
nei dintorni di piazza Vittorio, condurranno il commissario a Parigi fra le tombe del cimitero di Montparnasse.
In San Francesco a Central Park, per risolvere un duplice mistero (il
suicidio di un vecchio e la scomparsa di un frate), il commissario Flavio
Bertone volerà a New York e poi in Connecticut.
Ne L’amico di Keats, il commissario Bertone vola a Londra per
scoprire chi ha ucciso un ragazzo di diciassette anni, appassionato di Keats e
colpevole di aver filmato un covo di narcotrafficanti.
Il commissario Flavio Bertone
Alla questura di Roma non si fa altro che parlare di come sia stato mollato
dalla moglie che – dicono – ha perso la testa per un avvocato
di Catania. I
colleghi spettegolano, non comprendendo la sua apparente rassegnazione, la sua
composta malinconia. Ormai, Flavio Bertone vive da solo, con i suoi sensi di colpa e le
sue bottiglie di rum scadente. A ribaltargli la vita ci pensa Mafalda Moraes, una
focosa
professoressa di storia dell’Arte. Flavio e Mafalda s’incontrano a
Madrid. Iniziano una relazione frastagliata: fiammeggianti notti d’amore e bruschi addii. E
mentre assistiamo al ritorno dell’ex moglie, desiderosa di rimettere insieme i pezzi di una storia
che per lunghi tratti era stata felice, spunta, a sorpresa, Rosa Cianci, infermiera
dell’ospedale San Giovanni: una donna tranquilla, rotonda
e che non si
preoccupa di piacere. Flavio Bertone sente crescere per lei una sincera amicizia destinata
a trasformarsi, forse, in amore.
Ma chi è veramente Flavio Bertone?
Cinquantenne, nato in un paesino a pochi chilometri da
Teramo, il commissario capo dell’Esquilino ha ereditato dalla sua origine contadina l’umiltà con la
quale affronta casi impossibili per i quali non esiste una spiegazione razionale
e dove perdersi è la regola. Flavio
accetta il gioco. Si perde nella selva oscura dei punti interrogativi, in attesa
paziente di
scorgere una fiammella che indichi il cammino. I suoi superiori,
totalmente privi di pazienza, non comprendono il suo ciondolare intorno al caso, la
sua diffidenza verso i risultati della Polizia Scientifica, e la sua
ostinazione a soffermarsi su dettagli che i più giudicano irrilevanti. A sbarrargli la strada, poi, ci si
mette quasi
sempre il questore Alvaro Mostocotto, ex compagno di studi di Flavio Bertone e da sempre
segretamente innamorato di Giuliana.
I suoi più fedeli aiutanti, i suoi due scudieri, sono
gli ispettori Antonio Pizzo e Ciccio Cacace. Estremamente diversi tra loro,
il primo è efficiente, leale e con un naso molto espressivo; il secondo è
casinista, bonaccione e dalle idee molto meno lucide del suo cranio. La vice
commissaria Paola Borgonovo è spesso stizzosa e poco conciliante. Non approva i
metodi di Bertone e lo dice senza mezzi termini. Si capisce benissimo, però,
che sotto sotto è innamorata di lui.
Il talento di Flavio Bertone risiede nella sua capacità
di mettersi nei guai, nell’amore come nei casi polizieschi. Messo di fronte al
pericolo, però, non si tira indietro. È passionale, non fa calcoli. A volte può
sembrare
infantile, ingenuo. Di sicuro è incosciente quando si lancia contro un
nemico troppo forte. Ostinato nel fidarsi del suo intuito, riesce a smascherare
il colpevole, pagando, quasi sempre, un prezzo umano troppo alto.
Sinossi dei romanzi
L’invidia di
Velázquez
Una scia di omicidi tra Roma e Siviglia. Una spy story
in cui l’arte si intreccia all’ambizione, il noto all’ignoto, l’invidia
all’amore.
«Alzò la mano
incrostata di sangue e terra. Non sperava più che qualcuno giungesse a
salvarlo. La mano si era alzata da sola, di sua iniziativa, semplicemente
perché la vita ha sempre più risorse della volontà.»
Nel 1656, il grande pittore Diego De Silva Velázquez dipinge Las Meninas, la sua opera più originale
e misteriosa.
A tre secoli di distanza, nel 1956, Pablo Picasso e
l’antiquario Aronne Schilton, grazie a una geniale intuizione, vengono a capo
di un enigma che l’artista aveva dissimulato all’interno del celebre quadro.
La loro non è una impresa intellettuale né una ricerca da
tavolino: infatti i due passano all’azione, mettendo in moto una catena di
eventi inaspettata.
Alcuni di questi eventi vengono alla luce cinquant’anni dopo,
a Roma, quando il commissario Flavio Bertone comincia a indagare sull’omicidio
di un illustre studioso di Estetica, trovato ucciso nel suo appartamento.
Il commissario è uno che non si accontenta delle apparenze:
spinto dalla sua ostinazione, indirizza l’indagine verso persone, luoghi e
fatti che i suoi poco acuti superiori giudicano, però, non pertinenti.
Seguendo una pista fino in Spagna, Bertone diventa così, suo
malgrado, un uomo solo alle prese con un mistero più grande di lui, dietro al
quale si nasconde un potere dalla tradizione secolare, ma ormai segreto e
dimenticato.
Intorno al commissario stanno amici e nemici, presenti e
passati: un’affascinante funzionaria delle Belle Arti spagnole, il fedele
ispettore Pizzo, un paio di accademici, lo stesso Velázquez, un inedito Picasso
e un arduo Foucault, che parla dalle pagine dei suoi saggi.
Ma gli omicidi continuano – nessun delitto è abbastanza atroce
per chi è consumato dal peccato dell’invidia – e non è detto che alla fi ne
siano i buoni a vincere…
Il Cameriere di Borges
«La maggior parte delle voci su di
me sono false, create da me o dai miei amici della Cia al solo scopo di non
farmi trovare. Sarò stato anche un ladro, ma non come dicono i rapporti dei
servizi segreti. Sono estraneo ai colpi colossali che mi vengono attribuiti.
Però sono stato amico di Che Guevara e di Salvador Allende. Ed è anche vero che
per due anni sono stato cameriere di Borges»
Chi è Evaristo Torriani? Perché il suo nome sembra
rimbalzare per decenni tra Europa e Sudamerica nei
contesti più diversi? Amico di Che Guevara, agente dei servizi segreti, ma
anche cameriere personale del grande scrittore Jorge Luis Borges: è possibile
che proprio quest’uomo, ormai anziano e con un altro nome, sia il vicino di
casa del commissario Flavio Bertone? Fatto sta che è sparito e, poco dopo,
sparisce anche la misteriosa busta che il vecchio aveva chiesto al commissario
di custodire. Quando poi, viaggiando da Roma a Buenos Aires, Bertone scopre che
i servizi segreti stanno ancora cercando Torriani, tutto si complica, perché in
quella busta potrebbe esserci un documento molto compromettente: i nomi dei
veri genitori degli orfani del regime di Videla. E se invece ci fosse un
inedito di Borges?
Finalista al Premio Alziator 2012
Le lacrime di
Borromini
Un professore di liceo in pensione e un assicuratore
vengono assassinati con un ago conficcato nel cervello. Il commissario vorrebbe
occuparsi del duplice omicidio, ma i servizi segreti gli tolgono il caso.
Perché? Bertone, ostinato e molisano, decide di non mollare.
Così inizia il thriller che ruota intorno a un segreto
custodito all’interno di San Giovanni in Laterano. Bertone, dopo innumerevoli
vicissitudini che lo porteranno anche a Betlemme e a Gerusalemme, verrà a capo
dei delitti e scoprirà anche cosa nasconde il ciborio a baldacchino della
Basilica romana.
Nel 1648, anche il grande architetto Francesco
Borromini, disubbidendo a Papa Innocenzo X, era riuscito a dare un’occhiata all’interno
del ciborio. Pagò con la vita quell’eccesso di curiosità.
Al cuore di
Beckett
In una calda estate romana un serial killer sferra
pugnalate al cuore. Le vittime sono emarginati, barboni, ciechi, persone
infelici e rassegnate come certi personaggi di Beckett. L’assassino sembra non
avere un vero movente se non il gusto di guardare negli occhi la morte. Il
commissario Flavio Bertone capisce che si tratta di qualcuno molto vicino a
lui, così vicino da sentirne il respiro. Al cuore di Beckett è il quarto
romanzo della serie del commissario Bertone, dopo L’invidia di Velázquez
(Sironi 2008), Il cameriere di Borges (Perdisa Pop 2012), Le lacrime di
Borromini (Mincione Edizioni 2015).
San Francesco a Central Park
Che relazione c’è tra un vecchio che si suicida
gettandosi dal terrazzo di un condominio e un frate che esce di mattina dal suo
convento e scompare nel nulla? Apparentemente, nessuna. I due non si
conoscevano e molto diverse erano state le loro vite. Per risolvere il duplice
mistero, il commissario Flavio Bertone volerà a New York e poi in Connecticut.
Incontrerà uomini della CIA e sedicenti agenti segreti messicani. Tornerà a
Roma con un occhio pesto e pieno di sensi di colpa. Alla fine, scoprirà che c’è
un nesso tra il vecchio suicida e il frate scomparso, anche se non è di questo
mondo. La Verità si nasconde in un celebre quadro di Giovanni Bellini. Quinto
romanzo della serie del commissario Flavio Bertone.
L’amico di Keats
Una sera di febbraio del 1821
muore a Roma, tra le braccia dell’amico Severn, il poeta John Keats. Sempre a
Roma, una mattina di settembre del 2018, muore, travolto da un tram, un ragazzo
di 17 anni che conosceva il segreto che Keats aveva svelato a Severn poco prima
di morire.
Il commissario Bertone si
lascia coinvolgere in una storia di forti passioni, di segreti inconfessabili,
di poesie d’amore senza tempo e di spietati boss del narcotraffico che, grazie
alla protezione di funzionari corrotti, scorrazzano indisturbati per tutta
Europa.
Alcune note sull’autore dei romanzi.
Fabio Bussotti è nato a Trevi nel 1963.
Attore e scrittore, si è diplomato alla Bottega Teatrale di Firenze. In teatro
ha affiancato, tra gli altri, Giorgio Albertazzi, Adolfo Celi, Beppe Navello,
Ermanno Olmi, Vittorio e Alessandro Gassman. Per il cinema ha lavorato con
Federico Fellini (L’intervista, 1987), Liliana Cavani
(Francesco, 1989) (premio Nastro D’argento come
migliore attore non protagonista), Francesca Archibugi (Verso
sera, 1990), Mario Monicelli (Come Quando Fuori Piove,
2000). Ha inoltre recitato in numerose fiction televisive. Egli stesso
drammaturgo, è autore di numerosi testi portati in scena dal 1991 a oggi. Come
romanziere ha esordito nel 2008 con L’invidia di Velázquez
(Sironi).
Fabio Bussotti Via Santa Croce in
Gerusalemme,67 00185 Roma 338 5692640
Esce in libreria l’ultima avventura del commissario Flavio Bertone.
Una
sera di febbraio del 1821 muore a Roma, tra le braccia dell’amico Severn, il
poeta John Keats. Sempre a Roma, una mattina di settembre del 2018, muore,
travolto da un tram, un ragazzo di 17 anni che conosceva il segreto che Keats
aveva svelato a Severn poco prima di morire.
Il
commissario Bertone si lascia coinvolgere in una storia di forti passioni, di
segreti inconfessabili, di poesie d’amore senza tempo e di spietati boss del
narcotraffico che, grazie alla protezione di funzionari corrotti, scorrazzano
indisturbati per tutta Europa.
L’amico di Keats è il sesto romanzo della serie del commissario Bertone, dopo L’invidia di Velázquez (Sironi 2008), Il cameriere di Borges, tradotto in spagnolo, Le lacrime di Borromini, Al cuore di Beckett e San Francesco a Central Park per i tipi di Editions Mincione.